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Agriturismo Pescarolo Molino Miradolo

La Lomellina, i suoi prodotti, storia, tradizioni e leggende attraverso la famiglia Pescarolo del “Molino Miradolo” di Robbio.

Grazie alla gradevolezza del suo territorio, alle sue tradizioni antiche, alla cultura ed i piaceri della buona tavola con i suoi sapori antichi e moderni, la Lomellina è il tema ricercato e condiviso nell’agriturismo Pescarolo, offrendo ai propri ospiti un diretto contatto visivo e sensoriale del territorio.

Molino Miradolo: un’oasi di tradizione, tra natura e sapori della Lomellina

La presentazione del nostro territorio con la sua gente, in un quadro agricolo dove, nel massimo rispetto dell’ambiente, si ricerca un futuro di valori nelle profonde radici della nostra storia.

LA STRUTTURA

Nato nel 2004 l’Agriturismo Pescarolo è una vera fattoria didattica in grado di accompagnare gli ospiti lungo un completo percorso produttivo, che comprende, oltre al vigneto che recupera le tradizioni celtiche di 3.000 anni fa, una perfetta coltura di asparagi, un allevamento di oche e pollame, coltivazioni di antiche varietà di mais per polenta, zucche, pomodori e cipolle. I tutto affiancato da strumenti di lavorazione artigianale dei prodotti aziendali.

LA CUCINA

La cucina è casalinga, rigorosamente basata sui prodotti aziendali, a cavallo tra Piemonte e Lombardia. Da non perdere il fritto piemontese con amaretti e pavesini, e la bagna cauda, senza aglio. Una grande e accogliente sala è disponibile a disposizione degli ospiti, ideale anche per banchetti e cerimonie.

CENNI STORICI

A fianco dell’ormai distrutto vecchio mulino, nell’orto dell’antico podere, sulle sponde della roggia Crotta, a Redobium, (ora ROBBIO), ai margini della via Francigena (ora strada per Mortara) nella Cascina “Molino Miradolo”


Ispirato alle ataviche tradizioni rurali è stato interamente ricostruito un pezzo di passato del nostro paesaggio lomellino: un dosso eolico con la sua nuova e antichissima vita contorniato dalle paludi (ora risaie), e sopra il villaggio con i suoi abitanti dediti alla sua cura per la loro sopravvivenza materiale e spirituale.

Qui il tempo è tornato al 2000 a.c.: viti e aceri, legati tra loro a formare quello che i Romani avrebbero chiamato “Arbustum Gallicum”, producono ancora la bevanda che allietava le feste rurali dei Celti.

Dal vigneto, a piedi, si raggiunge il presente percorrendo il sentiero dell’esperienza: una serie di attività, appositamente studiate, coinvolgono i visitatori con tutti i loro sensi. Il toccare con mano o l’annusare diventano così un’occasione di stupore, grazie al quale le conoscenze vengono fissate indelebilmente nella memoria.

Sguardo e olfatto saranno investiti dai colori dei fiori e dagli aromi delle erbe officinali autoctone. I sapori delle verdure di stagione, o della frutta raccolta dagli alberi, completeranno idealmente, il panorama sensoriale.

 

 

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